Questo il testo della lettera inviato dall'Associazione Il Mondo Che Vorrei alle alte cariche istituzionali del Governo italiano.
Sergio Mattarella - Presidente della Repubblica
Giuseppe Conte - Presidente del Consiglio
Paola De Micheli - Ministro delle Infrastrutture e Trasporti
Deputati della Commissione Trasporti della Camera
Senatori della Commissione Trasporti del Senatori
OGGETTO: nomina di persone indagate per reati gravissimi al ruolo di Commissari straordinari per le grandi
infrastrutture.
Siamo venuti a conoscenza tramite articoli di stampa della nomina per il ruolo di Commissario straordinario per le
grandi infrastrutture di diverse persone sottoposte o a indagini oppure addirittura a richieste di rinvio a giudizio da parte
della Magistratura, anche per reati come il disastro nel settore dei Trasporti.
Ad esempio...
Vincenzo Macello, uno dei dirigenti RFI, coinvolto secondo l'accusa nel disastro di Pioltello Rodano dove
morirono 3 donne con decine di feriti. È stato nominato per ben 5 incarichi per progetti del valore di oltre 10 miliardi di
euro proprio nei settori delle ferrovie (tratte Pescara-Roma; Orte-Falconara; completamento-raddoppio fra Genova e
Ventimiglia; AV/AC Brescia-Verona-Padova; Potenziamento Linea Venezia-Trieste), ivi compresi, evidentemente, tutti
gli interventi di sicurezza dei trasporti per queste tratte.
Roberto Pagone, indagato per le questioni attinenti la stazione ferroviaria di Afragola, chiamato ad occuparsi della
realizzazione delle opere relative alla tratta ferroviaria Napoli - Bari.
Maurizio Gentile, sempre di RFI, non solo coinvolto con Macello nell'inchiesta sul disastro di Pioltello ma
anche per quello di Lodi, che, per paradosso, è stato già chiamato ad occuparsi proprio di sicurezza dei trasporti per le
autostrade A24 e A25, con una dotazione nel Recovery Plan di ben 1,15 miliardi di euro, e ora anche della Metro C di
Roma.
Raffaele Celia, che da quanto apprendiamo, risulterebbe indagato per il crollo del ponte ad Aulla.
Questi sono solo alcuni dei nomi riportati dagli articoli di stampa, su cui ci basiamo, anche se sarebbero auspicabili
attente verifiche su tutti i nominati onde valutare l'esistenza di eventuali altri procedimenti penali in corso.
Esprimiamo intanto tutto il nostro stupore e l'indignazione per le scelte cadute su persone la cui attività è sicuramente
sotto il vaglio della Magistratura. Non si tratta di essere più o meno garantisti: noi lo siamo e rivendichiamo con forza di
esserlo. Però esiste anche l'opportunità e il bilanciamento tra interessi diversi e a volte contrapposti. Qui non ci troviamo
di fronte, ad esempio, alla scelta di mantenere negli incarichi attuali persone coinvolte in procedimenti penali, cosa che
già sarebbe in qualche modo criticabile.
Si tratta, invece, addirittura di "promuoverle" in ruoli assolutamente preminenti e, appunto "straordinari", proprio nello
stesso settore, le opere pubbliche e i trasporti, in cui sono indagati o accusati per aver compiuto o omesso, secondo la
Magistratura, atti che in alcuni casi li coinvolgono in vere e proprie tragedie.
Il tutto assumendo poteri sostanzialmente monocratici e autoreferenziali, di amplissima portata. Essi infatti possono
derogare alle leggi ordinarie, con procedure dove i controlli, la partecipazione pubblica e la trasparenza vengono
affievoliti. Per non parlare delle enormi risorse pubbliche che sono chiamati a gestire appunto con procedure "speciali",
assumendo così di fatto un'ulteriore potere di influenza nelle strutture e nelle aziende.
Riteniamo che scopo della politica non sia quello di sostituirsi alla Magistratura ma di scegliere usando i parametri della
misura e della prudenza. Queste scelte a nostro avviso non vanno in questa direzione. Chissà perché noi semplici
cittadini, se dobbiamo affidare ad una ditta la ristrutturazione del palazzo dove viviamo, ci poniamo qualche scrupolo a
scegliere una ditta sotto accusa proprio per aver fatto crollare una casa, magari con qualche morto?
Tutto ciò indigna perché, appunto, viene meno il principio costituzionale di riservare ai ruoli apicali e di grande potere le
persone che non hanno alcuna ombra, visto che, tra l'altro, l'azione penale è promossa da una parte fondamentale dello
Stato e non è certo esercitata direttamente da chi ha subito i lutti. Noi siamo per lo Stato e chiediamo giustizia credendo
nello Stato.
D'altro lato la scelta di cambiare, dopo una prima indicazione resa pubblica, la nomina di Ferrazza, coinvolto
nell'inchiesta del crollo del Morandi, evidenzia che la questione della sussistenza delle ragioni di opportunità, misura e
prudenza è evidente e ammessa dalle stesse alte cariche dello Stato.
È una questione sostanziale e fondata, senza alcun
retro-pensiero giustizialista. Sarebbe però oltremodo inspiegabile che tale approccio sia usato a geometria variabile,
magari, ad esempio, per un indagato e non per una persona sottoposta a richiesta di rinvio a giudizio. Crediamo che il
criterio dell'omogeneità sia un ulteriore elemento da considerare nelle scelte proprio a tutela degli stessi Commissari.
Siamo certi, infatti, che loro stessi non vorranno certo lavorare per incarichi così rilevanti e forieri di grandi conseguenze
per la popolazione senza quella tranquillità che riteniamo essere certamente scalfita dalla preoccupazione delle
conseguenze di accuse così gravi. Essendo uomini di Stato, comprenderanno le nostre crediamo legittime
preoccupazioni, mantenendo sicuramente come noi fiducia nella Giustizia.
Queste però, sarebbero valutazioni lasciate alla sensibilità personale di ognuno. Riteniamo, però, che siano le istituzioni
a dover garantire scelte oculate per i ruoli più importanti nel paese.
Come cittadini colpiti in prima persona dalla sottovalutazione dei rischi e degli impatti delle scelte e delle omissioni
sulla salute e sui nostri diritti primari, come quello della vita, e pretendiamo dalle istituzioni rispetto e scelte lineari, e il
ricorso a quella prudenza e a quella misura che nei nostri casi non sono stati usati con conseguenze tragiche per il Paese.
Confidiamo, quindi, che le scelte siano riviste immediatamente.