Era il 13 gennaio del 2012, nove anni fa. Al comando di Francesco Schettino, alle 21:45:07 la nave Costa Concordia, salpata dal porto di Civitavecchia in direzione di Savona per l’ultima tappa della crociera «Profumo d’agrumi», fa un “inchino” troppo ravvicinato nei pressi dell’Isola del Giglio, urtando lo scoglio delle Scole che ne squarcia lo scafo. Inizia la tragedia di uno dei più gravi naufragi della storia italiana con 32 persone che perdono la vita.
A bordo ci sono 4.229 persone (3.216 passeggeri e 1.013 membri dell'equipaggio). L'urto apre una falla di 70 metri sul lato sinistro della carena. La nave si adagia sugli scogli di Punta Gabbianara, affondando parzialmente. Il may day viene lanciato con 50 minuti di ritardo. Il comandante Schettino viene fermato poche ore dopo il naufragio e portato in carcere.
Verrà condannato in primo grado nel 2015 a 16 anni di reclusione, dieci per omicidio plurimo colposo e lesioni colpose, cinque per naufragio colposo, uno per abbandono della nave. Giudizio penale confermato in via definitiva dalla Corte di cassazione il 12 maggio 2017.
A causa delle precauzioni dovute alla pandemia la ricorrenza sarà partecipata da un numero limitato di persone, strettamente locali.
L'associazione Il Mondo Che Vorrei si stringe attorno al dolore dei familiari delle 32 vittime con la speranza e la fermezza che certe tragedie non succedano mai più intensificando i controlli sulla sicurezza nella navigazione e non solo onde prevenire certe tragedie.
A bordo ci sono 4.229 persone (3.216 passeggeri e 1.013 membri dell'equipaggio). L'urto apre una falla di 70 metri sul lato sinistro della carena. La nave si adagia sugli scogli di Punta Gabbianara, affondando parzialmente. Il may day viene lanciato con 50 minuti di ritardo. Il comandante Schettino viene fermato poche ore dopo il naufragio e portato in carcere.
Verrà condannato in primo grado nel 2015 a 16 anni di reclusione, dieci per omicidio plurimo colposo e lesioni colpose, cinque per naufragio colposo, uno per abbandono della nave. Giudizio penale confermato in via definitiva dalla Corte di cassazione il 12 maggio 2017.
A causa delle precauzioni dovute alla pandemia la ricorrenza sarà partecipata da un numero limitato di persone, strettamente locali.
L'associazione Il Mondo Che Vorrei si stringe attorno al dolore dei familiari delle 32 vittime con la speranza e la fermezza che certe tragedie non succedano mai più intensificando i controlli sulla sicurezza nella navigazione e non solo onde prevenire certe tragedie.