Giornata della trasparenza e dell’anticorruzione ANSF 2020
Il 18 febbraio 2020, a partire dalle ore 09.30 e sino alle ore 13.30, in Firenze presso l’Hotel Londra, via Jacopo da Diacceto 16/20, si è svolta la giornata dedicata alla trasparenza e all’anticorruzione organizzata dall’ANSF (Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria). Nel corso dell’incontro si affrontanoo i temi della integrità, anticorruzione, trasparenza e performance, e sulle azioni al riguardo intraprese dall’Agenzia. Presente una delegazione di familiari delle vittime della strage del 29 giugno 2009…..
L’invito a questo Convegno è ai “portatori di interesse”….. io, Daniela Rombi, porto un interesse molto grande, quello di mia figlia Emanuela deceduta a 21 anni dopo 42 giorni di agonia, con ustioni sul 98% del corpo … che acquista poi un interesse collettivo per la sua morte e per quella di 32 esseri umani bruciati vivi tra cui bambini e ragazze. Vorrei fare una riflessione sul titolo del Convegno. La “Trasparenza” è legata all’apertura e alla comunicazione. Questi due elementi questo convegno ce l’ha. Ma la trasparenza è legata alla responsabilità, e di questo io parlerò per tutto il mio intervento. L’altro elemento è la “Corruzione”, e anche di questo parlerò. La Corruzione, prima di tutto, è violazione dei propri doveri; in positivo, l’assenza di corruzione, è tenere una condotta volta all’interesse pubblico. Questo interesse pubblico si chiama sicurezza. La Corruzione ha molti significati, a seconda del contesto… quello che scelgo è la Corruzione come perdita della forma originaria … Mi riferisco al significato originario di Ansf: Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria. Oggi, per esempio, l’apparato ispettivo è azzerato; sono state cancellate le risorse, aumentano gli interventi mancati e le manutenzioni non fatte; non c’è prevenzione ma interventi di emergenza e dopo incidenti e stragi; adesso l’ANSF è pure stata depotenziata, è solo “promotrice” di sicurezza e non più “responsabile”, dal governo le sono state tolte responsabilità … Cosa vuol dire? Che l’Agenzia, dice ciò che sarebbe opportuno fare, se poi non vien eseguito e succedono incidenti e disastri, con morti e feriti, l’Agenzia non è comunque coinvolta? Se invece si affronta il significato di Corruzione come decomposizione, disfacimento totale, totale abbandono della dignità, allora mi viene da condividere con voi, l’appuntamento del 5 marzo a Milano dal titolo “La storia, gli impatti e gli scenari dell‘alta velocità ferroviaria in Italia”, che vede fra gli invitati Mauro Moretti, che tutti sappiamo chi è stato, cosa ha fatto, come è stato giudicato da Tribunali di 1° e 2° grado per la strage ferroviaria del 29 giugno 2009 di Viareggio (a questo proposito parlavo di decomposizione, disfacimento totale, totale abbandono della dignità). Con l’ultimo disastro del ‘Frecciaross’a nei pressi della stazione di Lodi del 6 febbraio scorso, si chiude un cerchio:
1) 29 giugno 2009, VIAREGGIO (trasporto merci): 32 morti
2) 12 aprile 2010, Val Venosta in Trentino (trasporto regionale): 9 morti
3) 12 luglio 2016, ANDRIA E CORATO in Puglia (ferrovie concesse: 23 morti
4) 25 gennaio 2018, PIOLTELLO (Mi) (trasporto regionale): 3 morti
5) 6 febbraio, 2020, LODI (‘Freccia rossa 1.000’ Alta Velocità): 2 morti
Il cerchio è chiuso, questo è la dimostrazione che nelle ferrovie italiane non c’è ambito di trasporto dove poter essere tranquilli e sicuri.
In ogni settore manca la sicurezza e muoiono ferrovieri, viaggiatori e con la strage di Viareggio cittadini che pensavano di essere al sicuro delle proprie abitazione.
Anche il disastro di Lodi con macchinisti morti e feriti dimostra che, al di là dell’errore umano sempre possibile, non vi è un meccanismo di controllo, procedure ridondanti capaci di neutralizzare anche il possibile l’errore umano. Il cosiddetto “gioiello” ‘Freccia rossa 1000’ procede su una infrastruttura vetusta e senza controlli in tempo reale. In mancanza di controlli tecnologici il treno in quel tratto doveva essere mandato a bassissima velocità, doveva essere presente una squadra di operai che “visivamente” controllava la disposizione del deviatoio e/o doveva essere inviato un treno “Apripista”, come accadeva fino a pochi anni fa, ogni volta che si interveniva sull’infrastruttura. Vi ricordo anche Crevalcore, 17 morti, di cui 5 macchinisti e capotreno, dove non si utilizzavano più i petardi, le tabelle rifrangenti, e gli incroci a treno fermo; vi ricordo Viareggio con “carri scudo e carri cuscinetto” letteralmente cancellati. L’azzeramento, quindi, del c.d. sistema ridondante della sicurezza , che duplica le verifiche annullando i rischi dovuti anche dell’errore umano. In Ferrovia si è passati dagli oltre 224.000 lavoratori fino agli anni ’90 a meno di 70.000 di adesso. Questa è una sistematica politica di abbandono: si tolgono gli anticorpi che garantiscono sicurezza senza aggiungere altro.Da Viareggio in poi abbiamo “visto” ancora incidenti con morti e feriti e, non meno importanti, numerosi incidenti che, per buona sorte, non hanno provocato vittime … Ancora dobbiamo affidarci alla fortuna? Ancora Ansf e tutti quanti costretti ad intervenire in affanno “DOPO” che è accaduto e con persone morte? Siamo stanchi della logica del ‘dopo’, i cittadini e i lavoratori non vogliono il “dopo”, quando dobbiamo fare i funerali, non è un sistema civile il sistema del dopo … Dovete agire PRIMA, dovete FARE PRIMA non dopo, dovete fare prima per non essere catapultati in funerali con immenso ed eterno dolore; il maledetto ‘dopo’ è conseguenza di quello che non è stato effettuato, responsabilmente e coscienziosamente, prima! Oggi, come ogni anno, tenete questo Convegno, ma ricordo che ANSF è indagata (nella persona del suo ex direttore, dottor Gargiulo) per il disastro di Pioltello … Che dobbiamo pensare? Che giudizio possiamo esprimere? Che fiducia possiamo avere? Appena succede un incidente ha inizio un operativo brulicare di sopralluoghi, riunioni, commissioni d’inchiesta interne e esterne, agitazione e nervosismo. L’Ansf sa bene quanto sia strutturalmente inadeguata la rete ferroviaria, sappiamo di documenti mancanti, di prescrizioni non eseguite, di interventi inefficaci. Ansf, a fronte di evidenti mancanze e lacune, si limita a suggerire a RFI gli interventi necessari e urgenti, e RFI che fa? Si gira dall’altra parte? Risponde con tempi lunghissimi e non attua le indicazioni o, meglio, le raccomandazioni, e perché? Per non investire danaro e risorse, perché la sicurezza ha un costa e le Ferrovie hanno ben altro “daffare” che pensare alla vita dei cittadini e dei lavoratori. L’esperienza e la realtà vissute sulla nostra pelle, purtroppo, ci insegnano questo! Quindi anche ANSF sa, tutti sanno, ma non si fa niente. Anzi, qualcuno non sapeva, i macchinisti deceduti, altri macchinisti e ferrovieri, a cui era stato assicurato il controllo totale, per lo meno sull’Alta Velocità. Come vedete, come vediamo, l’Ansf continua a rilasciare certificazioni di sicurezza anche se RFI non fa quello che le viene “raccomandato”. Tanto, cosa potrebbe mai accadere? Le risposte sono VIAREGGIO, VAL VENOSTA, PIOLTELLO, ANDRIA E CORATO, LODI per rimanere a questi anni.
Concludo sulla stazione di Viareggio: nemmeno l’esperienza ha insegnato, dal momento che, quella maledetta notte del 29 giugno 2009, il capostazione ha salvato tante vite umane, bloccando ai segnali di protezione della stazione due treni di passeggeri proveniente da Lucca e da Pisa. Ora che la stazione è impresenziata nel turno di notte, nessuno potrebbe intervenire a evitare una strage ancor più tragica di quella di dieci anni fa.
1) 29 giugno 2009, VIAREGGIO (trasporto merci): 32 morti
2) 12 aprile 2010, Val Venosta in Trentino (trasporto regionale): 9 morti
3) 12 luglio 2016, ANDRIA E CORATO in Puglia (ferrovie concesse: 23 morti
4) 25 gennaio 2018, PIOLTELLO (Mi) (trasporto regionale): 3 morti
5) 6 febbraio, 2020, LODI (‘Freccia rossa 1.000’ Alta Velocità): 2 morti
Il cerchio è chiuso, questo è la dimostrazione che nelle ferrovie italiane non c’è ambito di trasporto dove poter essere tranquilli e sicuri.
In ogni settore manca la sicurezza e muoiono ferrovieri, viaggiatori e con la strage di Viareggio cittadini che pensavano di essere al sicuro delle proprie abitazione.
Anche il disastro di Lodi con macchinisti morti e feriti dimostra che, al di là dell’errore umano sempre possibile, non vi è un meccanismo di controllo, procedure ridondanti capaci di neutralizzare anche il possibile l’errore umano. Il cosiddetto “gioiello” ‘Freccia rossa 1000’ procede su una infrastruttura vetusta e senza controlli in tempo reale. In mancanza di controlli tecnologici il treno in quel tratto doveva essere mandato a bassissima velocità, doveva essere presente una squadra di operai che “visivamente” controllava la disposizione del deviatoio e/o doveva essere inviato un treno “Apripista”, come accadeva fino a pochi anni fa, ogni volta che si interveniva sull’infrastruttura. Vi ricordo anche Crevalcore, 17 morti, di cui 5 macchinisti e capotreno, dove non si utilizzavano più i petardi, le tabelle rifrangenti, e gli incroci a treno fermo; vi ricordo Viareggio con “carri scudo e carri cuscinetto” letteralmente cancellati. L’azzeramento, quindi, del c.d. sistema ridondante della sicurezza , che duplica le verifiche annullando i rischi dovuti anche dell’errore umano. In Ferrovia si è passati dagli oltre 224.000 lavoratori fino agli anni ’90 a meno di 70.000 di adesso. Questa è una sistematica politica di abbandono: si tolgono gli anticorpi che garantiscono sicurezza senza aggiungere altro.Da Viareggio in poi abbiamo “visto” ancora incidenti con morti e feriti e, non meno importanti, numerosi incidenti che, per buona sorte, non hanno provocato vittime … Ancora dobbiamo affidarci alla fortuna? Ancora Ansf e tutti quanti costretti ad intervenire in affanno “DOPO” che è accaduto e con persone morte? Siamo stanchi della logica del ‘dopo’, i cittadini e i lavoratori non vogliono il “dopo”, quando dobbiamo fare i funerali, non è un sistema civile il sistema del dopo … Dovete agire PRIMA, dovete FARE PRIMA non dopo, dovete fare prima per non essere catapultati in funerali con immenso ed eterno dolore; il maledetto ‘dopo’ è conseguenza di quello che non è stato effettuato, responsabilmente e coscienziosamente, prima! Oggi, come ogni anno, tenete questo Convegno, ma ricordo che ANSF è indagata (nella persona del suo ex direttore, dottor Gargiulo) per il disastro di Pioltello … Che dobbiamo pensare? Che giudizio possiamo esprimere? Che fiducia possiamo avere? Appena succede un incidente ha inizio un operativo brulicare di sopralluoghi, riunioni, commissioni d’inchiesta interne e esterne, agitazione e nervosismo. L’Ansf sa bene quanto sia strutturalmente inadeguata la rete ferroviaria, sappiamo di documenti mancanti, di prescrizioni non eseguite, di interventi inefficaci. Ansf, a fronte di evidenti mancanze e lacune, si limita a suggerire a RFI gli interventi necessari e urgenti, e RFI che fa? Si gira dall’altra parte? Risponde con tempi lunghissimi e non attua le indicazioni o, meglio, le raccomandazioni, e perché? Per non investire danaro e risorse, perché la sicurezza ha un costa e le Ferrovie hanno ben altro “daffare” che pensare alla vita dei cittadini e dei lavoratori. L’esperienza e la realtà vissute sulla nostra pelle, purtroppo, ci insegnano questo! Quindi anche ANSF sa, tutti sanno, ma non si fa niente. Anzi, qualcuno non sapeva, i macchinisti deceduti, altri macchinisti e ferrovieri, a cui era stato assicurato il controllo totale, per lo meno sull’Alta Velocità. Come vedete, come vediamo, l’Ansf continua a rilasciare certificazioni di sicurezza anche se RFI non fa quello che le viene “raccomandato”. Tanto, cosa potrebbe mai accadere? Le risposte sono VIAREGGIO, VAL VENOSTA, PIOLTELLO, ANDRIA E CORATO, LODI per rimanere a questi anni.
Concludo sulla stazione di Viareggio: nemmeno l’esperienza ha insegnato, dal momento che, quella maledetta notte del 29 giugno 2009, il capostazione ha salvato tante vite umane, bloccando ai segnali di protezione della stazione due treni di passeggeri proveniente da Lucca e da Pisa. Ora che la stazione è impresenziata nel turno di notte, nessuno potrebbe intervenire a evitare una strage ancor più tragica di quella di dieci anni fa.